DESCRIZIONE DEL PROGRAMMA DI INTERVENTO

I regimi di qualità di maggiore interesse della filiera olivicola nazionale sono sicuramente le DOP e IGP, il BIO e il Regime di Qualità Nazionale “Produzione Integrata”.
Analizzando il segmento delle denominazioni di origine, è possibile osservare che, nonostante l’elevato numero di riconoscimenti (42 Dop e 4 Igp: al 20 febbraio 2017), la produzione di olio certificato non supera il 2%-3% del totale (tra le 10 mila e le 12 mila tonnellate). I costi di adesione e certificazione spesso non trovano riscontro nel prezzo finale, facendo optare ,per la vendita senza il marchio DOP o IGP.
Lo sviluppo delle Dop e delle Igp, quindi, dovrà necessariamente passare attraverso un processo di valorizzazione che le renda di maggior redditività per il produttore.
Per il comparto biologico la superficie ad olive da olio è salita nel 2013 (ultimo dato disponibile) a 176 mila ettari, contro la crescita del 7% sull’anno prima. Quasi al 15% l’incidenza della superficie bio sul totale nazionale. La regione con maggior superficie bio è la Puglia con 55 mila ettari, il 32% del totale nazionale ed il 15% dell’intera superficie regionale ad olivo. La seconda regione per superficie convertita a bio è la Calabria con 51 mila ettari. Il mercato dell’olio bio è molto promettente. Basti considerare che i prezzi alla produzione dell’extravergine biologico, secondo rilevazioni Ismea, superano di oltre il 30% quello del convenzionale. In relazione alla produzione integrata si sta assistendo da parte degli operatori commerciali della filiera ad una rivalutazione di tale produzione correlata però alla certificazione di elementi aggiuntivi aventi parametri più stringenti a quelli previsti dalla normativa cogente.
In tal senso la sostenibilità intesa nella sua accezione più ampia, ovvero sostenibilità ambientale, sociale, economica e nutrizionale, è uno degli elementi in grado di portare valore aggiunto al prodotto, in quanto percepita in maniera positiva dal consumatore.
La sostenibilità oggi è un elemento strategico che assieme ai regimi di qualità riconosciuti è in grado di garantire uno sviluppo armonico della filiera olivicola nazionale.
Il programma di intervento in coerenza con gli obiettivi generali previsti dal piano olivicolo nazionale e quelli indicati dal avviso pubblico, intende perseguire i seguenti obiettivi:

  • promuovere la adesione e il mantenimento ai metodi di produzione previsti dai regimi di qualità (DOP, IGP, BIO,SQNPI) indirizzando contemporaneamente la filiera olivicola nazionale verso lla sostenibilità sociale, economica, ambientale ed etica per rispondere alle esigenze dei consumatori;
  • formare e informare gli operatori olivicoli sulle caratteristiche di qualità, sulle forme di garanzia di prodotto e/o di processo, sui metodi di produzione sostenibili da adottare in adesione ai regimi di qualità;

STRATEGIA DEL PROGRAMMA

1 Azione
Adesione e mantenimento delle aziende agricole ai regimi di qualità (DOP, IGP, BIO, SQNPI) e formando anche requisiti di sostenibilità ambientale, sociale, economica e nutrizionale con il fine di applicare sull’intera filiera olivicola un unico approccio alla sostenibilità, condiviso e comunicabile così da rispondere alle sempre maggiori richieste dei consumatori. Per raggiungere questo obiettivo sono previste iniziative volte a supportare e sostenere l’adesione e il mantenimento delle aziende ai regimi di qualità riconosciuti e nonché la redazione di un blank manual contenete le procedure aziendali allo scopo di implementare e mantenere i requisiti di sostenibilità codificati all’interno dei manuali di sostenibilità. Si prevede nell’ambito del progetto pilota di applicare il disciplinare di sostenibilità al prodotto certificato con un regime di qualità riconosciuto.
Per Il prodotto conforme ai requisiti dei regimi di qualità e di sostenibilità verrà messo a disposizione delle filiere un apposito marchio (bollino aggiuntivo/collarino) che sarà elemento distintivo dell’ EVO di qualità “sostenibile”.

2 Azione
Formazione, informazione e divulgazione, rivolta alla filiera olivicola e in particolareai tecnici,produttori e personale addetto alla trasformazione e commercializzazione inerente le caratteristiche di qualità, le forme di garanzia di prodotto e/o di processo sistemi di qualità riconosciuti, e dei metodi di produzione sostenibili da adottare nel processo produttivo.
Le attività di formazione ed informazione sono finalizzate a trasferire agli operatori delle diverse realtà regionali le competenze specifiche sui regimi di qualità e sui requisiti di sostenibilità.

OBIETTIVI GENERALI

Vantaggi indiretti
In linea generale i vantaggi per le aziende agricole sono quelli dei sistemi di qualità riconosciuti + la sostenibilità , tali vantaggi si concretizzano in una maggiore qualificazione del prodotto in termini commerciali, ormai le tematiche della sostenibilità sono la centro delle politiche di valorizzazione dei prodotti agroalimentare. Di seguito vendono riportati gli aspetti generali dei vantaggi economico ,sociale e territoriale ambientale di un prodotto certificato RQ + S

Vantaggio Economico
Le azioni progettuali previste, nascono da una analisi preliminare dei costi di produzione e della concorrenza di un mercato sempre più aperto. Quest’analisi, unitamente alle considerazioni sulle modifiche apportate alla politica agricola comunitaria, che slega la concessione degli aiuti alla realizzazione di specifiche produzioni, ha indotto l’AOP Unaprol a programmare nell’ambito di tale progetto delle attività tendenti a motivare le imprese aderenti alla ricerca di nuove modalità di competizione. Tra queste, una valenza particolare assume la ricerca di una differenziazione delle produzioni su base qualitativa. La diversificazione delle produzioni basata sull’origine territoriale ad esempio, rientra tra le leve per favorire la penetrazione su nuovi mercati e canali commerciali, nonché per mantenere quote di mercato. In tal senso torna di grande utilità lo strumento di tutela e differenziazione delle produzioni “tipiche”, ovvero le cui qualità derivano dal legame col territorio,  Denominazione di Origine Protetta (DOP) e dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), o ancora l’introduzione nelle aziende agricole di metodi di produzione sostenibile come l’Agricoltura Biologica o la Produzione Integrata che generano evidenti vantaggi socio-economici oltre ai benefici ambientali, contribuendo ad un notevole sviluppo delle aree rurali. E’ riconosciuto, infatti, non solo dagli esperti economici e dagli operatori del settore, ma anche dai consumatori, un continuo incremento dei consumi in questi settori dell’agroalimentare in controtendenza rispetto alla situazione di generale crisi. Tuttavia, nonostante i segnali positivi, l’offerta interna non riesce ad assecondare l’evoluzione positiva della domanda con un aumento della superficie di produzione. Pertanto, le azioni previste dall’implementazione progettuale, consentiranno un’espansione del numero degli operatori e delle superfici interessate all’applicazione di tali regimi di qualità riconosciuti. Come primo riscontro positivo ciò dovrebbe permettere una valorizzazione del prodotto sia sul mercato interno che su quello internazionale, consentendo di posizionare gli oli su fasce di mercato elevate infatti, tra i benefici attesi una rilevanza centrale viene attribuita agli incrementi di prezzo ottenibili, grazie al plus dei logo DOP-IGP e con certificazione Bio. Il raggiungimento di tali obiettivi sarà possibile attraverso la selettività dei disciplinari dei diversi regimi in termini di caratteristiche del processo e di attributi al consumo del prodotto oltre che di confini geografici, in modo tale che alla differenziazione del nome corrisponda una differenza percepita da parte del consumatore. Il secondo luogo secondo dalla reale sensibilità e attenzione dei consumatori che mostrano un crescente interesse verso i prodotti tipici, che giudicano normalmente di migliore qualità, più genuini e salubri rispetto ai prodotti di identità sconosciuta; inoltre i consumatori sono interessati ad instaurare legami solidaristici con l’identità culturale dei territori che li esprimono. Analizzando la base produttiva delle OP coinvolte nel progetto è possibile sottolineare alcuni punti di forza: presenza di importanti aree vocate alla coltivazione dell’olivo per produzioni di olio di qualità; elevata potenzialità di differenziazione delle produzioni per cultivar, per pratiche agricole (olivicoltura biologica e integrata) per tipicità (DOP; IGP); elevato valore ambientale, paesaggistico, storico, culturale ed antropologico; specializzazione produttiva nel comparto della trasformazione artigianale. Il programma si propone inoltre di colmare gli attuali punti di debolezza del settore, tra cui si riscontra il basso livello di investimenti, l’inadeguatezza del sistema della conoscenza nelle sue diverse componenti, la bassa concentrazione delle aziende, che ostacola sia l’aggregazione dell’offerta sia l’organizzazione di un adeguato sistema logistico, lo scarso sviluppo del segmento della trasformazione, soprattutto, il difficile accesso alla certificazione specie per i piccoli produttori e distributori. A rafforzare tali attività verranno collegate efficienti politiche di marketing collettivo capaci di trasmettere messaggi sulle differenze qualitative tra i differenti tipi di olio e tali da far comprendere ai consumatori la presenza di una piramide della qualità ed i motivi dei differenti prezzi dell’olio.

Vantaggi Ambientali
L’applicazione pratica dei regimi di qualità previsti nel programma implicherà un immediato vantaggio dal punto di vista ambientale specie per i regimi di qualità legati alle produzioni Biologiche ed all’Agricoltura Integrata. Nello specifico, prendendo a riferimento ad es. la produzione biologica, la gestione globale dell’azienda olivicola e di produzione dell’olio sarà basata sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, nel rispetto della salvaguardia delle risorse naturali e della biodiversità.   Le aziende che aderiranno a tale regime metteranno in atto una più attenta gestione delle risorse ambientali con notevoli prescrizioni che restringono il ricorso agli input di natura chimica, limiti molto ristretti nell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici; l’uso efficace delle risorse del luogo, come l’utilizzo del letame per fertilizzare i terreni. Tutto questo determinerà un effetto di mitigazione e quindi di riduzione dell’impatto ambientale con effetti positivi sugli indicatori agro-ambientali quali il suolo, l’acqua, l’aria, i cambiamenti climatici, e la biodiversità. Diversi studi sul tema di agricoltura biologica svolti anche a livello comunitario, dimostrano che la percezione che il consumatore ha della produzione biologica è quella di – prodotti genuini, controllati, tracciati, realizzati con metodi che rispettano il ritmo della natura e garantiscono la biodiversità. Analogamente il regime di produzione integrata promuovere l’adozione di tecniche eco-compatibili che garantiscono un minor impatto ambientale impiegando tutti i metodi agronomici e di difesa dalle avversità per ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche di sintesi e per ottimizzare il consumo di acqua ed energia verificando le soglie d’intervento con osservazioni, ad esempio, del livello di presenza di malattie e insetti o con l’uso di modelli di previsione delle infestazioni o degli attacchi parassitari, oppure con analisi del suolo e piani di fertilizzazione utili ad ottimizzare le quantità di prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti.
Il programma che sarà messo in atto con tale progettualità in linea con questi andamenti andrà a rafforzare l’incidenza positiva sull’ambiente olivicolo nazionale, suscitando negli olivicoltori e nei produttori di olio d’oliva una nuova coscienza ambientale che guardi con attenzione anche al cambiamento climatico. Infatti, benché il settore abbia assistito ad un considerevole aumento della domanda per i suoi prodotti, il riscaldamento globale costituisce una seria minaccia esterna al suo futuro sviluppo quindi occorre supportare approcci ambientali migliori tesi limitare gli impatti negativi anche sul cambiamento climatico.

Vantaggio sociale
La progettualità prevista si aspetta anche un notevole ritorno in termini di vantaggi tangibili sotto il profilo sociale nelle aziende olivicole coinvolte. Infatti, da diversi anni si assiste, ad una crescita di aziende agricole che, nel contesto della multifunzionalità, praticano attività di agricoltura sociale intesa come tutte quelle pratiche che utilizzano le attività agricole e il contesto rurale per generare benefici inclusivi e promuovere l’inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati a basso potere contrattuale e a rischio di emarginazione. Sull’entità del fenomeno non esistono dati statistici ufficiali; tuttavia, l’esperienza di diverse fonti, italiane ed europee, registrano alcuni tratti comuni delle aziende agri-sociali come l’utilizzo del metodo di produzione biologica o integrato, il ricorso a canali di vendita di filiera corta, la propensione a lavorare in rete in stretto rapporto con il territorio. Il rapporto tra agricoltura sociale e agricoltura biologica o integrata è molto stretto, non solo per il contesto di maggiore sicurezza e livelli di benessere che questi regimi di qualità offrono agli operatori, ma anche e soprattutto per la condivisione di motivazioni etiche e ambientali. Entrambe perseguono la difesa dei beni comuni e l’affermazione del valore sociale dell’agricoltura eco-sostenibile. Tutte e due, peraltro, rappresentano i segmenti più dinamici e innovativi del settore primario a fronte della crisi che lo investe da anni sul piano del reddito, del numero delle imprese e degli addetti. Se si sommano questi effetti agli approcci dei due sistemi di Agricoltura Biologica ed Integrata che puntano alla tutela ambientale e sanitaria riducendo al l’impatto negativo sull’ambiente o sulla salute dei consumatore si può facilmente percepire il riscontro economico e sociale a livello della collettività derivante dall’attuazione del programma.

Vantaggio territoriale
La messa in atto delle azioni progettuali previste, con la concreta introduzione dei regimi di qualità annunciati su nuove aziende, nonchè i processi formativi proposti nelle varie iniziative, avranno un impatto più che positivo a livello dei singoli territori di attuazione, consentendo un maggior sviluppo del tessuto locale. In particolare verrà favorito lo sviluppo rurale per il legame multidimensionale al territorio. Nel programma sono stati valutati anche gli effetti che possono avere i prodotti tipici nell’esercitare risultati positivi sulle dinamiche di sviluppo, contribuendo a mantenere tradizioni e culture, sistemi sociali ed economici vitali, soprattutto nelle aree svantaggiate e marginali, con effetti di sull’economia locale. In tale direzione si muove la scelta d’incrementare le aziende da far aderire a regimi DOP e IGP poiché l’interesse verso questa forma di tutela – differenziazione è imponente soprattutto nel nostro paese che si può serenamente considerare “ad alta vocazione di tipicità”.